“Parità, si rischia di tornare indietro”

Spesso si utilizza il termine “soffitto di cristallo” per indicare quel fenomeno che preclude alle donne l'accesso alle posizioni apicali in ambito lavorativo, politico e sociale. Luisa Gnecchi, politica altoatesina, questo soffitto lo ha rotto. Deputata dal 2008 al 2018, in precedenza è stata vicepresidente della Provincia autonoma di Bolzano e della Regione Trentino-Alto Adige, prima ancora segretaria provinciale della Cgil. Dal 2019 al 2023 ha ricoperto la carica di vicepresidente dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. In occasione della Giornata Internazionale dei diritti delle donne Gnecchi riflette sul ruolo della rappresentanza politica e su quali sono gli strumenti per non tornare indietro sui diritti.
SALTO: La sua storia rappresenta un esempio di come le donne possano raggiungere grandi traguardi anche in contesti tradizionalmente maschili. Come è stato il suo percorso all’interno di alcune tra le più importanti istituzioni italiane ?
Luisa Gnecchi: Sono sicuramente stata fortunata, gli anni ’70 e '80 sono stati gli anni del grande movimento femminista ed io ho fatto parte di un gruppo di compagne molto unito. Grazie a questo gruppo femminista abbiamo aperto il consultorio AIED a Bolzano nel 1973. Dal 1975 al 1979 ci siamo mobilitate per arrivare ad avere la legge provinciale sui consultori, che a livello nazionale era arrivata nel 1975. Anche il lavoro all'Inps mi ha permesso di toccare con mano le differenze sulle posizioni contributive che le donne hanno subito. Dal punto di vista lavorativo devo dire che essere deputata alla camera è stato ciò che mi è piaciuto di più, sono una da "virgole", mi piace studiare le norme, applicarmi e cercare di migliorarle. A volte si riesce e a volte no, però sono orgogliosa delle norme che ho fatto, ad esempio la possibilità di cumulare tutti i propri contributi ed avere una pensione valorizzando tutto. Sono stati passi significativi, sono contenta che esistano e che non siano ancora stati cancellati.
Giorgia Meloni non si fa chiamare la Premier o la Prima Ministra, secondo me non tanto perché lei non sia sensibile su questo tema, ma per l’area di riferimento e il consenso che vuole mantenere.
Oggi abbiamo una Presidente del Consiglio donna, è un segnale che la politica sta cambiando verso una parità di genere?
Abbiamo una donna Premier, che io peraltro ho conosciuto perché è stata in Commissione lavoro con me per 10 anni. Giorgia Meloni non si fa chiamare la Premier o la Prima Ministra, secondo me non tanto perché lei non sia sensibile su questo tema, ma per l’area di riferimento e il consenso che vuole mantenere. Dopodiché se devo valutare le due leggi di bilancio, sono state due leggi contro le donne sia da un punto di vista pensionistico che da un punto di vista di qualità di vita. Si sono peggiorate tante piccole cose che non si notano, purtroppo le persone se ne accorgeranno man mano che ne avranno bisogno; c'è sicuramente una grande genialità dell’attuale governo nel nominare le cose.
Mit Rechts zurück in die…
Mit Rechts zurück in die Zukunft - und mit Hilfe der Neoliberalen. Zurück zu einer Zeit, wo der Kapitalismus begann. Die Frauen sollten vorsorglich darauf schauen, dass ihnen das Wahlrecht nicht wieder genommen wird.