Quando il nemico numero uno della città lo diventa una persona colpevole di disturbarne il salotto buono: “Le difficoltà non si superano con l’intervento giudiziario".
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La vicenda mi ricorda quella dello "stalker di piazza stazione" (in realtá un ragazzo del Burkina Faso colpito da gravi disturbi mentali), sbattuto ripetutamente in prima pagina da un sedicente giornalista dell'Alto Adige, peraltro esattamente nel periodo in cui si svolse il referendum cittadino sulla trasformazione benkiana del parco. Il degrado del piazzale - guarda caso - era proprio uno degli argomenti sventolati dai sostenitori del progetto. La fase avanzata dell'offensiva "giornalistica" aveva poi prodotto una serie di videoservizi d'autore - oggi per fortuna non più reperibili sul web - che ricordavano vagamente la propaganda d'altri tempi. Evidentemente l'immagine del clochard molesto si presta ai più svariati fini.
Tempo fa mi sono preso il tempo (e il coraggio) di leggere un rapporto dell'ONU sull' infanzia in alcuni (molti) paesi dell'Africa e del Medio Oriente. Ho letto delle cose che non saprei come definire se non diaboliche, perchè solo IL Male Assoluto può fare certe cose. Quando leggo di questi episodi che riguardano i migranti, mi meraviglio che non succedano più frequentemente considerando quello che molti di loro hanno dovuto affrontare. Dalla nostra società, che per ogni piccola difficoltà ricorre agli psicologi mi aspetterei un po' più di comprensione (non dico approvazione, ma almeno un po' di comprensione)
Esatto. Francamente c'è da stupirsi poco se tante persone arrivano in Europa fortemente traumatizzate per le esperienze passate durante il tragitto. Oppure si ritrovano per strada a causa di situazioni personali segnate da un disagio estremo. Per questo trovo ancor più riprovevole il comportamento di chi cerca di approfittarsene per ragioni di convenienza economica e di visibilitá politica o mediatica, arrivando a calpestare i piú basilari diritti di personalitá dei più deboli. Prontamente questo tipo di "giornalismo" invoca provvedimenti più repressivi da parte dell'autorità, bollando come inadeguata la reazione da parte delle forze dell'ordine o dell'autoritá giudiziaria.
E' difficile non essere d'accordo con le considerazioni espresse in questo articolo. Semmai c'è da chiedersi perché tale sensibilità non venga estesa anche agli ESSERI UMANi che stazionano in parco stazione. Alcune dei quali cercano di venderti droga (ma sempre esseri umani sono). Per non parlare delle tante (troppe) persone che vivono senza un tetto (lo trovo abberrante). E lo estenderei agli spacciatori, ma soprattutto ai consumatori di droga che dalle valli vengo a farsi sotto casa mia. E la lista potrebbe continuare. E quindi? Che facciamo?
Io sono una persona pratica(anche troppo) e ritengo che effettivamente ci sia un' estremo bisogno di una realtà che possa creare "un percorso mirato, probabilmente in una struttura competente." per TUTTI gli esseri viventi che ne abbiano bisogno. Ma credo che questo debba essere fatto a livello di comunità. E per me la comunità è tutto l' Alto Adige Südtirol, che deve accollarsi i costi di gestione di questa struttura sacrosanta. Perché altrimenti regalo un biglietto ai tanti Alì, destinazione Bressanone, e ho "risolto" il problema (quello che poi fanno in Austria con i migranti). E' facile puntare il dito e giudicare. Io,con i miei tanti difetti, cerco di non farlo.
Complimenti alla persona che
Complimenti alla persona che ha aiutato Alí a uscire dalla fontana e alla risposta di Bozen Solidale.
La vicenda mi ricorda quella
La vicenda mi ricorda quella dello "stalker di piazza stazione" (in realtá un ragazzo del Burkina Faso colpito da gravi disturbi mentali), sbattuto ripetutamente in prima pagina da un sedicente giornalista dell'Alto Adige, peraltro esattamente nel periodo in cui si svolse il referendum cittadino sulla trasformazione benkiana del parco. Il degrado del piazzale - guarda caso - era proprio uno degli argomenti sventolati dai sostenitori del progetto. La fase avanzata dell'offensiva "giornalistica" aveva poi prodotto una serie di videoservizi d'autore - oggi per fortuna non più reperibili sul web - che ricordavano vagamente la propaganda d'altri tempi. Evidentemente l'immagine del clochard molesto si presta ai più svariati fini.
https://www.altoadige.it/?q=bambore&view=altoadige&date-from=&date-to=
In risposta a La vicenda mi ricorda quella di Christoph Tappeiner
Tempo fa mi sono preso il
Tempo fa mi sono preso il tempo (e il coraggio) di leggere un rapporto dell'ONU sull' infanzia in alcuni (molti) paesi dell'Africa e del Medio Oriente. Ho letto delle cose che non saprei come definire se non diaboliche, perchè solo IL Male Assoluto può fare certe cose. Quando leggo di questi episodi che riguardano i migranti, mi meraviglio che non succedano più frequentemente considerando quello che molti di loro hanno dovuto affrontare. Dalla nostra società, che per ogni piccola difficoltà ricorre agli psicologi mi aspetterei un po' più di comprensione (non dico approvazione, ma almeno un po' di comprensione)
In risposta a Tempo fa mi sono preso il di Christian I
Esatto. Francamente c'è da
Esatto. Francamente c'è da stupirsi poco se tante persone arrivano in Europa fortemente traumatizzate per le esperienze passate durante il tragitto. Oppure si ritrovano per strada a causa di situazioni personali segnate da un disagio estremo. Per questo trovo ancor più riprovevole il comportamento di chi cerca di approfittarsene per ragioni di convenienza economica e di visibilitá politica o mediatica, arrivando a calpestare i piú basilari diritti di personalitá dei più deboli. Prontamente questo tipo di "giornalismo" invoca provvedimenti più repressivi da parte dell'autorità, bollando come inadeguata la reazione da parte delle forze dell'ordine o dell'autoritá giudiziaria.
E' difficile non essere d
E' difficile non essere d'accordo con le considerazioni espresse in questo articolo. Semmai c'è da chiedersi perché tale sensibilità non venga estesa anche agli ESSERI UMANi che stazionano in parco stazione. Alcune dei quali cercano di venderti droga (ma sempre esseri umani sono). Per non parlare delle tante (troppe) persone che vivono senza un tetto (lo trovo abberrante). E lo estenderei agli spacciatori, ma soprattutto ai consumatori di droga che dalle valli vengo a farsi sotto casa mia. E la lista potrebbe continuare. E quindi? Che facciamo?
Io sono una persona pratica(anche troppo) e ritengo che effettivamente ci sia un' estremo bisogno di una realtà che possa creare "un percorso mirato, probabilmente in una struttura competente." per TUTTI gli esseri viventi che ne abbiano bisogno. Ma credo che questo debba essere fatto a livello di comunità. E per me la comunità è tutto l' Alto Adige Südtirol, che deve accollarsi i costi di gestione di questa struttura sacrosanta. Perché altrimenti regalo un biglietto ai tanti Alì, destinazione Bressanone, e ho "risolto" il problema (quello che poi fanno in Austria con i migranti). E' facile puntare il dito e giudicare. Io,con i miei tanti difetti, cerco di non farlo.