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Chiara Losi Mer, 08/26/2020 - 13:45

Le facoltà di Giurisprudenza non sono più degne di forgiare eredi di Cicerone. Al di là del contenuto che non commento per non incorrere nella medesima sorte del DR. Tutzer (Dr. in quanto laureato in Medicina) devo osservare che la lingua italiana viene apparentemente calpestata anche da chi fa dell’ars oratoria la propria vocazione professionale.
Segnatamente: “profferito” si riferisce di certo ad un docente la cui incolumità fisica è compromessa (un prof ferito) perché altrimenti sarebbe scritto con una F (proferito), e nella lingua italiana il titolo “Dr.” è consentito esclusivamente in riferimento al dottori in Medicina e Chirurgia, laddove per tutti gli altri laureati si utilizza “Dott.“
Se fosse stato un discorso scritto da un agricoltore o da un pescatore la cosa mi avrebbe preoccupato poco. Ma a mio avviso un avvocato fonda la propria credibilità anche sulla capacità di esprimersi in modo congruo al proprio titolo.

Mer, 08/26/2020 - 13:45 Collegamento permanente
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Manfred Klotz Mer, 08/26/2020 - 16:24

In risposta a di Chiara Losi

Sull'uso di dott. e dr. devo contraddirla. L'Accademia della Crusca dà alle due abbreviazioni la stessa valenza e lo stesso significato e attesta che l'uso di dr. per indicare la professione di medico è limitata al linguaggio comune.
Sul verbo "profferire" ha ragione in parte. La forma "profferire" è la forma archaica del ormai più comune "proferire. Oggi profferire è usato come forma di offrire/offrirsi. Il sommo poeta e anche Boccaccio usavano profferire invece di proferire.
Ma sinceramente non la ritengo una grave colpa. Sulle capacità professionali di Marco Cappello non credo lei abbia le qualità per esprimersi. Se mi permette, io si.

Mer, 08/26/2020 - 16:24 Collegamento permanente