Costume
Secondo Alessandra Moretti le donne devono essere belle, curate, eleganti e intelligenti. Ma solo come vuole lei.
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Nadia Mazzardis Gio, 11/20/2014 - 20:11

Anch'io sono orgogliosa di essere femminista, e investo del gran tempo nella diffusione della cultura di genere, soprattutto attraverso la rappresentazione dell'immaginario femminile, nella speranza di rimuovere gli stereotipi. Tutti. Ad una conferenza a Monaco, proprio sulla violenza sulle donne, legata agli stereotipi di genere, l'anno scorso a fine serata mi avvicinò una donna e mi disse "sono sempre stata convinta che l'altezza del tacco fosse inversamente proporzionale all'apertura della mente, ma oggi con lei ho avuto la disconferma della mia teoria". Porto i tacchi e faccio la femminista. Penso che essere femministe oggi, corrisponda esattamente a ciò che dici tu, ossia poter mostrare la propria femminilità, non dover "sembrare un uomo" come purtroppo tante donne in passato hanno dovuto fare, per essere accettate nella governance di ogni ente/azienda/istituzione.

Fino qui concordo con il tuo pezzo, che ho letto con interesse. Mentre sulle osservazioni alla Moretti non sono del tutto in linea. Nel senso che una cosa che mi ha colpita è stata che le domande di spessore "politico" le ha fatte un giornalista uomo, quelle di non spessore, quelle più light le ha poste una donna. E già qui lo stereotipo marcia.

Lei ha risposto alle domande. Il tema secondo me non è tanto come ha risposto, di fatto ha detto che lei e la Bindi sono diverse, ma non ha detto che lo stile Bindi sia sbagliato. Ha diciamo in maniera molto assertiva ammesso estetista, trucco e parrucco, ma io non ho sentito nelle sue parole la necessità di dire che per fare politica devi essere bella. Quanto che puoi anche essere bella, femminile, con il tacco e il vestito giusto. Insomma non ti devi assimilare al maschile e puoi comunque rappresentare le donne.

Come post-femminista, ma comunque 50enne mi rendo conto che il termine "femminista" fa paura alle ragazze, lo interiorizzano con la figura di donne che loro vedono "vecchie" e per convenzione ciò che è vecchio ad un giovane non piace. Quindi ben venga una donna, una politica, che dice che si può essere belle e brave. Serve da modello dal mio punto di vista. Quel modello che alle ns figlie manca, perchè sì il berlusconismo ha portato in tutte le case l'immagine che la donna di successo è velina. E nulla più. Al massimo è politica, ma ancella, disposta a tutto.

Tornando all'inizio del mio ragionamento, a me quel che sconforta è che ancora e sempre alle donne in politica si faccia pelo e contropelo su estetica, abito, mise, trucco e parrucco appunto. Nessuno si sognerebbe di chiedere a Gasparri se si è rasato o meno al mattino. Mentre alle donne si chiede o le si mette in condizioni di dirlo.

Ora il tema è, avrebbe dovuto rifiutarsi di rispondere? Non lo so. Ma coloro che prendono queste dichiarazioni light a domande light, mi fanno un po' pensare, che comunque la donna assertiva, consapevole della propria bellezza e della propria competenza e capacità (anche se non condivisibile nell'idea politica), sia ancora un po' dura da digerire. Anche per le donne...è un dubbio che ho, visto le tante reazioni negative suscitate. Grazie per lo spunto di confronto!

Gio, 11/20/2014 - 20:11 Collegamento permanente
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gorgias Gio, 11/20/2014 - 23:25

Il feminismo è veramente repressivo contro le donne e aretrato invece di lasciare verstirsi un individuo come gli piace e di non trarre consclusioni dall'aspetto alla apertura mentale.
Interessante è anche una figura come Alice Schwarzer che in modo despotico a monopolizzato il feminismo e si è etablita quasi come unica autorità nel definire il feminismo. Non è sorprendente che giovani donne si ribellano contro questo imperativo: http://www.spiegel.de/netzwelt/web/emmaistfuermich-debatte-unter-femini…
@julianeleopold : #EMMAistfuermich wenn Redakteurinnen glauben, es sei feministisch, Frauen vorzuschreiben, wie sie sich zu bewegen u. was sie zu tragen haben

Interessante anche con quale fervore Schwarzer attaccava Charlotte Roche, perchè la protagonista del suo secondo romanzo era tormentate tra un superego rappresentato dalla figura della Schwarzer stessa, il quale quale poi andava in conflitto con gli imperativi di bellezza dell'industria cosmetica.

Un punto che condivido è il fatto che le donne in politica ricevono più attenzione per il loro aspetto in confronto degli uomini. Però mi chiedo se una delle presenti feministe si è chiesta la vera causa. Secondo mè non è ne sessismo, nè misoginia, ma il fatto paradossale, ma alla fine ancora più banale che gli uomini sono più liberi attraverso le convenzioni più strette nell'abigliamento. Più libertà e variazione nel vestirsi, più attenzione sull'aspetto. Questo succende anche quando uomini decidono di uscire dalle strette convenzioni del dress code come per esempio ha fatto Joschka Fischer faccendosi inaugurare in un Landesparlament indossando scarpe da tennis. O quante polemiche e discussioni ha suscitato Johannes Ponader, del addesso quasi non più esistente partito pirata tedesco, quando è andato in una talk show indossando dei sandali. Come ultimo argomento per sostenere la mia tesi vorrei far notare il stile di verstirsi del casual business che è stato introdotto con il casual friday in america. Dove un giorno la settimana i dipendenti si dovrebbero vestire in modo leggero non seguendo il dress code del resto della settimana. In quanto non ci sono convenzioni ci si trova davanti al problema come vestirsi correttamente al casual friday tal quanto che i siti web che danno suggerimenti agli uomini non sono a meno a quelli per le donne. Un'argomento al quale viene data tanta attenzione che persino riviste come Forbes e Financial Time se ne occupano.

Gio, 11/20/2014 - 23:25 Collegamento permanente