I Registri Tumori, che coprono oltre l’80% della casistica riguardante la popolazione italiana, sono forse il più importante sistema di sorveglianza nazionale e internazionale sul cancro. Tra l’8 e il 10 maggio i referenti dei settanta registri istituiti a livello nazionale riuniti sotto il cappello dell’Airtum (Associazione italiana registri tumori) si vedranno all’Hotel Plaza di Caserta “per condividere e approfondire un patrimonio di dati che supporta tantissimi ambiti: dall’epidemiologia ambientale, occupazionale e clinica, fino alla validazione degli screening e della programmazione sanitaria”. I dati sono stati forniti da tutti gli aderenti tranne due: l’Emilia Romagna, che non ha fornito spiegazioni, e l’Alto Adige per questioni legate alla normativa sulla privacy. “Una scelta che per noi rappresenta un danno rilevantissimo”, commenta, con un elevato grado di amarezza, Fabrizio Stracci, direttore dell’Airtum.
Ora, sono letteralmente decine i casi in cui le istituzioni della nostra terra, afflitte dalla classica “sindrome da primi della classe” scelgono strade autonome in tronfia solitudine (e altrettanto spesso vengono bacchettate da enti di controllo, Corte dei Conti, Corte Costituzionale, Consiglio di Stato e persino dal Tar, senza che mai nessuno si senta in dovere di fare pubblica ammenda o di cambiare strategia, anzi). In questo caso, però, santo cielo, stiamo parlando di ricerca scientifica. Di tumori. Di dati fondamentali dal punto di vista epidemiologico per la ricerca contro il cancro. E quindi perché mai le norme sulla privacy dovrebbero impedire solo al Registro tumori di Bolzano di consegnarli all’Airtum? Misteri della nostra specialissima specialità.
A Caserta, nel corso delle 3 giornate, verranno analizzati, da diversi punti di vista, “l’impatto delle barriere sociali e delle disequità, l’uso delle nuove tecnologie a supporto della sorveglianza epidemiologica; si discuterà delle ultime tendenze riguardanti l'incidenza, la prevalenza e la sopravvivenza dei tumori in Italia, con un focus sui tumori nella popolazione giovanile e adulta e sui numerosi studi collaborativi”, si legge nell’invito. “Viviamo in un mondo in continua e rapida evoluzione in cui sono richiesti sempre con maggiore frequenza approcci trasversali, il convegno porrà dunque l’accento sul modo in cui AIRTum e i suoi Registri Tumori possono proporsi, e contribuire incisivamente alla promozione della salute e alla prevenzione”. Queste le tematiche affrontate con i dati spediti dai registri in seguito ad una “call” lanciata poco prima di Natale 2023.
- Ambiente e tumori;
- I costi del cancro;
- I tumori per genere, nei giovani e negli adulti;
- Influenza di barriere e disequità sull'epidemiologia dei tumori maligni;
- Epidemiologia, prevenzione primaria e screening;
- L'impatto della pandemia sugli indicatori epidemiologici;
- Distribuzione e andamento temporale di Incidenza, prevalenza e sopravvivenza dei tumori in Italia: dati e stime da modelli;
- Studi collaborativi e studi ad alta risoluzione;
- Metodi e nuove tecnologie, AI – Intelligenza Artificiale a supporto dei Registri Tumori;
- I registri e la normativa sulla privacy
Roba grossa, insomma.
Quando leggo queste "cose" …
Quando leggo queste "cose" (non saprei davvero definirle diversamente), mi sento come un passeggero del Titanic. Un passeggero che non fa parte però di nessuna classe. Da una parte vedo cittadini "bloccati" da saracinesce che rappresentano una burocrazia assurda, asfissiante ed agli antipodi dalle necessità quotidiane.
Dall'altra vedo "un'elite" più preoccupata al preservare le proprie ricchezze già enormi e la propria immagine, nella figura di un turbo-turismo ormai ampiamente dimostrato insostenibile, con discutibili finanziamenti ad opere, immagini e sponsor che girano l'Italia anche in luoghi improponibili, come se l'Alto Adige/Südtirol avesse veramente bisogno di questo continuo martellamento mediatico per farsi conoscere.
Tutto questo però sotto gli occhi di un Comandante che non si rende più conto di essere al comando, riluttante al pensiero che tutto lentamente sta affondando inesorabilmente.
Probabilmente sono eccessivamente pessimista, ma come Edward John Smith continuò a navigare alla stessa velocità sapendo di incrociare in acque pericolose, vedo una classe dirigente che continua imperterrita e tronfia, per usare l'azzeccata definizione del Sig. Gobbato, "afflitta dalla classica sindrome da primi della classe”, a navigare a vista secondo le proprie convinzioni, non rendendosi conto che le scialuppe sono già colme e stanno per finire.
Ottimo commento, Luca Bassi…
Ottimo commento, Luca Bassi!
Auguriamoci che le scialuppe salvino chi provvederà a salvare il resto che avrà acquisito nel frattempo la consapevolezza per dare il via a una nuova era! La speranza è l'ultima a morire!
In risposta a Ottimo commento, Luca Bassi… di Liliana Turri
La ringrazio Sig.ra Turri,…
La ringrazio Sig.ra Turri, ma per continuare in questo mio provocatorio pessimismo, io vedo solo scialuppe cariche di giovani che si dirgono verso "altri mari" più professionalmente invitanti ed intelligentemente lungimiranti, con un concetto di meritocrazia ben diverso da quello che vige a bordo del nostro "Titanic", troppo legato ad una politica gerontocrate, lobbystica e penosamente nostalgica.
Non riesco ad essere…
Non riesco ad essere pessimista, a dispetto. Ho bisogno della speranza.
Mi pare che il pessimismo inviti ad adagiarsi nell'inevitabilità!
In risposta a Non riesco ad essere… di Liliana Turri
Assolutamente si. Infatti il…
Assolutamente si.
Infatti il mio è un pessimismo critico ed intenzionalmente provocatorio, nei confronti di una situazione che, sempre secondo un mio personale parere, è preoccupante per il futuro di questa Provincia e che va ben oltre all'argomento in particolare trattato dall'articolo, soprattutto il concetto di questa assurda "sindrome da primi della classe".
La cosa che mi lascia l'amaro in bocca è il fatto che mi sarei aspettato più commenti, soprattutto da chi molto spesso è pronto, anche troppo, a partecipare a discussioni ad articoli che riportano situazioni ben meno gavi di questa. Discussioni che hanno quasi sempre uno sfondo etnico, discussioni che vertono su questioni obsolete, nostalgiche e portate avanti più da ideologie che dovrebbero essere ormai superate, piuttosto che confronti sulle cose che realmente e palesemente non funzionano in questa terra.
Si potrebbe stimolare un…
Si potrebbe stimolare un maggior interesse per l'argomento aggiungendo pareri di chi conosce o ha avuto modo di vedere la quantità di lavoro esistente nell'oncologia medica dei capoluoghi delle due province in regione e magari in altre. Sempre più persone sono in grado di dare una risposta per diretta o indiretta esperienza. L'industria chimico farmaceutica che ci ammala e la stessa che poi ci può guarire, continuando a produrre ormoni, pesticidi, farmaci di ogni specie fino a quando non rimarrà a essa stessa
la possibilità di sopravvivere.