Carlo Alberto Zanella è da due anni Presidente del CAI Alto Adige. L'associazione alpinistica è cambiata - ed è cambiato il Sudtirolo: “Ci stiamo svendendo al turismo”.
An dieser Stelle zeigen wir Inhalte unserer Community an, die den Artikel ergänzen. Stimme zu, um die Kommentare zu lesen - oder auch selbst zu kommentieren. Du kannst Deine Zustimmung jederzeit wieder zurücknehmen.
„Ci stiamo svendendo al turismo”.
Ci siamo già venduti negli anni 70, quando gli ospiti potevano entrare nella stube e mangiare con i prorietari.
Die „Fremmen“ sein wichtig …dicevano.
Parole saggie da parte di una persona che ho avuto il piacere di conoscere per i miei pochi trascorsi politici.
Detto questo alcune considerazioni:
il turismo non porta benefici ai singoli privati, almeno non solo. Se noi vogliamo i servizi anche nelle valli più lontane, per esempio, questo ha un costo, se vogliamo scuole pubbliche efficenti e ospedali attrezzati al meglio questo ha un costo. Come finanziamo tutto questo?
Dobbiamo trovare un compromesso e lo dobbiamo trovare a 360 gradi! E' inutile invocare la natura se poi nel 150% del tempo parliamo del pericolo di orsi e lupi (fregandoce dei veri problemi). Cos'è natura? Due musei, di cui uno tibetano, a Plan De Corones? Per favore...
Il punto è che il contadino è destinato a sparire e sta venendo sostituito dal cittadino che ha scelto di vivere in montagna, ma con le comodità della città.E' inevitabile.
E allora o chiudiamo tutto e facciamo entrare solo i più ricchi. Quindi una sorta di Svizzera molto classista e intollerante. O facciamo come dice Carlo Alberto proviamo a educare tutti, da chi ci vive, incomiciando dai politici, fino ai turisti, per trovare un equilibrio che rispetti tutti.
Un buon approccio con i temi che ci toccano da più vicino : il turismo „scatta, scappa e fuggi“ che genera ancor più traffico, l'eccesso di impianti di risalita in luoghi che dovrebbero rimanere intatti come nel gruppo del Sassolungo e Sassopiatto, il tema della toponomastica sui sentieri di montagna risolto con molto pragmatismo, L'affermazione che con questo tema i turisti provenienti dallo stivale non hanno mai avuto grossi problemi, penso perché abituati a percorrere sentieri su rilievi alpini di altre nazioni, sui quali non si sono mai persi. Il fenomeno in crescendo dei cammini e delle alte vie in Italia, che valorizza territori senza distruggerli.
Poi l'avvicinamento all'AVS sulle tematiche che ci coinvolgono, ottimo !
Weniger ist mehr, gilt auch für den Tourismus. Allerdings muss die Politik die Rahmenbedingungen abstecken. Den Rummel von Rimini (um nur ein Negativbeispiel am Meer zu nennen) haben wir zum Glück nicht, auch weil die Verantwortlichen, HGV inklusive, wohl verstanden haben, dass das der falsche Weg ist. Es gilt auch daran zu denken, dass Infrastrukturen (Straßen, Öffis, Trink- und Abwasser, ...) auch nur eine bestimmte Kapazität "derpacken". Vor Jahren wurde viel vom sanften Tourismus geschrieben, wo ist er geblieben?
«È inconcepibile che il CAI abbia solo seimila soci in Alto Adige. Abbiamo bisogno che entrino i giovani.» In un club… così? Anche no, secondo me. Di ambientalismo serio ne fanno anche altri, per fortuna.
Der CAI hat in der Nachkriegszeit den Südtiroler Alpenverein erbittert bekämpft, er hat sich geweigert, die von faschistischen Regime enteigneten Alpenvereinshütten samt Inventar zurückzugeben, er hält verbissen an den faschistischen Namenserfindungen für alle Berggipfel fest. In jüngster Zeit gibt er sich versöhnlicher und versucht sogar, sich dem AVS anzubiedern, der etwa zwanzig mal mehr Mitglieder hat.
Es ist ganz leicht, mir etwas recht zu machen, nur gegen Faschismus und Nationalsozialismus bin ich allergisch. Die Doppelstaatsbürgerschaft hat mit dem Thema zwar nichts zu tun, aber sie steht selbstverständlich allen zu, denen (bzw. deren Vorfahren) die österreichische Staatsbürgerschaft gegen ihren Willen genommen wurde und die sie gerne zurückhaben möchten. Sie brauchen keine Angst zu haben, dass man mit Gewalt einen Österreicher aus ihnen machen will, aber jene, die sich als Österreicher fühlen, sollen das auch schwarz auf weiß erhalten. So einfach ist das..
Parole vere del Presidente Zanella. Un AVS che non é sempre cosi chiaro nella definizione delle problematiche. Avró piacere conoscere il Sig. Zanella l'anno prossimo ai 100 anni del CAI di Merano, dove ho l'onore di curare la mostra.
Werden in diesem Rahmen dann auch die Umstände aufgearbeitet, unter denen der CAI nicht zufällig vor 100 Jahren nach Meran kam? Oder wird es eine reine Jubelveranstaltung?
Se si vuole rinvangare nel passato, cito quanto deciso dell’assemblea annuale del Cai in corso a Biella in onore dei 150 anni della sezione locale.:
Con la caduta del regime il Club ritornò ai valori che ancora oggi lo contraddistinguono. La cancellazione del nome di Mussolini dall’albo dei soci onorari si inserisce processo di autocritica e di assunzione di responsabilità intrapreso dal Cai, coerentemente con i propri valori, che sono “incompatibili con ogni forma di regime totalitario”, come dichiarato ieri dal presidente Montani. Sempre all’interno di questo processo, il Club ha di recente portato alla riammissione dei soci ebrei espulsi in seguito alle leggi razziali per recuperarne ed onorarne la memoria. “La recuperata memoria sia ora affidata alle generazioni future. Questa non è sicuramente un’azione politica ma di coerenza”, conclude il presidente.
Trovo che la presa di posizione del presidente del CAI Alto Adige, su „overcrowding“ incentrato su alcuni „hotspot“ e sul fenomeno del „overtourism“, sia da incoraggiare senza rinvangare sempre il passato.
Che poi i soci del CAI a livello locale siano sempre meno, dipende da molti fattori, io li individuo anche per la specificità della composizione della comunità di lingua italiana di questa terra.
Chi era venuto a lavorare e vivere in questa terra, nel dopo guerra proveniva per la gran parte da territori montani: veneti, trentini, friulani, dall'Appennino che avevano un altro approccio con la montagna.
In valle d'Isarco dove vivo, noto che ad esempio con i grossi cantieri del BBT e nel manifatturiero o nel turismo, la provenienza è cambiata, incentrata soprattutto nelle regioni del sud, dove la cultura dell'andare in montagna non fa presa.
Non so se «rinvangare» sia la parola giusta quando si parla di elaborazione critica del passato. Ad ogni modo io personalmente rinvangherei certamente meno se gli effetti e gli atteggiamenti di quel passato non perdurassero. Trovo molto bello che il CAI, già nel 2023, abbia deciso di radiare Mussolini dall'elenco dei soci onorari e di riammettere i soci ebrei. Forse prima o poi abdicheranno anche al Tolomei o restituiranno qualche rifugio frutto di ingiusta espropriazione, tanto per passare anche dalle (belle) parole ai fatti.
Parole senza dubbio condivisibili. Ormai però la situazione è ben nota. Mi sarebbe piaciuto leggere di più circa delle proposte e/o idee per "contenere" il turismo di massa. Sarebbe bello approfondire questo argomento.
Inserire il Sassolungo nel Patrimonio Unesco potrebbe non servire a molto visto quanto successo sul Passo Santner.
Ci siamo svenduti da tempo al turismo ed è più che urgente che la politica prenda in mano la situazione. La qualità di vita in questa regione sta scadendo di anno in anno. Le strade si sono trasformate in una Gardaland dei motociclisti (con il tacito consenso della politica) e le montagne sono ormai un formicaio. Quando passo accanto a rifugi con le sdraio nei prati e musica dance ad alto volume mi chiedo se sono a Rimini. E tutto questo sarebbe qualità di vita nella nostra terra??
Strade come quelle del Rombo e del Giovo si trasformano nel periodo estivo in circuiti per misurare le proprie abilità di guida, sentire il rombo del motore, non solo per le moto, ma da alcuni anni anche per le „supercar“ (vetture sportive che vengono costruite proprio all'insegna del lusso e dello sfarzo senza confini).
Ieri salendo verso il Timmelsjoch per una gita scialpinistica in primo mattino, prima che la strada venga aperta dal tratto nordtirolese, mi ha superato almeno tre volte volte una Porsche che si dilettava a salire e scendere per i tornanti ad una velocità più che spericolata. In tarda mattinata quando sono sceso la strada era oramai percorsa da un infinità di gruppi di motociclisti, oltre le supercar. Stesso fenomeno sul Giovo; sul Rombo transitano nel periodo estivo circa 141.000 utenti di cui ben pochi quelli che utilizzano questa strada per andare in montagna e fermarsi a pranzare in uno dei pochi locali aperti (Hochfirst chiuso, senza gestore), qualcuno alla Oberglaneggalm (più che altro qualche escursionista).
Con la buona stagione questi utenti si riverseranno anche sui passi dolomitici, sarà difficile contenere questi passaggi se non con una chiusura a fasce orarie di tutto il traffico. Chi va in montagna in genere parte di buon mattino, chi poi si dedica a qualche passeggiata ha la possibilità di usufruire gratuitamente (i turisti) dei servizi di bus.
Giusto, occorre iscriversi...
Giusto, occorre iscriversi...
„Ci stiamo svendendo al
„Ci stiamo svendendo al turismo”.
Ci siamo già venduti negli anni 70, quando gli ospiti potevano entrare nella stube e mangiare con i prorietari.
Die „Fremmen“ sein wichtig …dicevano.
Parole saggie da parte di una
Parole saggie da parte di una persona che ho avuto il piacere di conoscere per i miei pochi trascorsi politici.
Detto questo alcune considerazioni:
il turismo non porta benefici ai singoli privati, almeno non solo. Se noi vogliamo i servizi anche nelle valli più lontane, per esempio, questo ha un costo, se vogliamo scuole pubbliche efficenti e ospedali attrezzati al meglio questo ha un costo. Come finanziamo tutto questo?
Dobbiamo trovare un compromesso e lo dobbiamo trovare a 360 gradi! E' inutile invocare la natura se poi nel 150% del tempo parliamo del pericolo di orsi e lupi (fregandoce dei veri problemi). Cos'è natura? Due musei, di cui uno tibetano, a Plan De Corones? Per favore...
Il punto è che il contadino è destinato a sparire e sta venendo sostituito dal cittadino che ha scelto di vivere in montagna, ma con le comodità della città.E' inevitabile.
E allora o chiudiamo tutto e facciamo entrare solo i più ricchi. Quindi una sorta di Svizzera molto classista e intollerante. O facciamo come dice Carlo Alberto proviamo a educare tutti, da chi ci vive, incomiciando dai politici, fino ai turisti, per trovare un equilibrio che rispetti tutti.
Un buon approccio con i temi
Un buon approccio con i temi che ci toccano da più vicino : il turismo „scatta, scappa e fuggi“ che genera ancor più traffico, l'eccesso di impianti di risalita in luoghi che dovrebbero rimanere intatti come nel gruppo del Sassolungo e Sassopiatto, il tema della toponomastica sui sentieri di montagna risolto con molto pragmatismo, L'affermazione che con questo tema i turisti provenienti dallo stivale non hanno mai avuto grossi problemi, penso perché abituati a percorrere sentieri su rilievi alpini di altre nazioni, sui quali non si sono mai persi. Il fenomeno in crescendo dei cammini e delle alte vie in Italia, che valorizza territori senza distruggerli.
Poi l'avvicinamento all'AVS sulle tematiche che ci coinvolgono, ottimo !
bravo!
bravo!
Weniger ist mehr, gilt auch
Weniger ist mehr, gilt auch für den Tourismus. Allerdings muss die Politik die Rahmenbedingungen abstecken. Den Rummel von Rimini (um nur ein Negativbeispiel am Meer zu nennen) haben wir zum Glück nicht, auch weil die Verantwortlichen, HGV inklusive, wohl verstanden haben, dass das der falsche Weg ist. Es gilt auch daran zu denken, dass Infrastrukturen (Straßen, Öffis, Trink- und Abwasser, ...) auch nur eine bestimmte Kapazität "derpacken". Vor Jahren wurde viel vom sanften Tourismus geschrieben, wo ist er geblieben?
«È inconcepibile che il CAI
«È inconcepibile che il CAI abbia solo seimila soci in Alto Adige. Abbiamo bisogno che entrino i giovani.» In un club… così? Anche no, secondo me. Di ambientalismo serio ne fanno anche altri, per fortuna.
cfr. https://www.brennerbasisdemokratie.eu/?p=77709
Der CAI hat in der
Der CAI hat in der Nachkriegszeit den Südtiroler Alpenverein erbittert bekämpft, er hat sich geweigert, die von faschistischen Regime enteigneten Alpenvereinshütten samt Inventar zurückzugeben, er hält verbissen an den faschistischen Namenserfindungen für alle Berggipfel fest. In jüngster Zeit gibt er sich versöhnlicher und versucht sogar, sich dem AVS anzubiedern, der etwa zwanzig mal mehr Mitglieder hat.
Antwort auf Der CAI hat in der von Hartmuth Staffler
Ihnen kann man wohl gar
Ihnen kann man wohl gar nichts recht machen, außer man fordert die Doppelstaatsbürgerschaft (für wen hab ich immer noch nicht verstanden) ...
Antwort auf Ihnen kann man wohl gar von Dietmar Holzner
Es ist ganz leicht, mir etwas
Es ist ganz leicht, mir etwas recht zu machen, nur gegen Faschismus und Nationalsozialismus bin ich allergisch. Die Doppelstaatsbürgerschaft hat mit dem Thema zwar nichts zu tun, aber sie steht selbstverständlich allen zu, denen (bzw. deren Vorfahren) die österreichische Staatsbürgerschaft gegen ihren Willen genommen wurde und die sie gerne zurückhaben möchten. Sie brauchen keine Angst zu haben, dass man mit Gewalt einen Österreicher aus ihnen machen will, aber jene, die sich als Österreicher fühlen, sollen das auch schwarz auf weiß erhalten. So einfach ist das..
Parole vere del Presidente
Parole vere del Presidente Zanella. Un AVS che non é sempre cosi chiaro nella definizione delle problematiche. Avró piacere conoscere il Sig. Zanella l'anno prossimo ai 100 anni del CAI di Merano, dove ho l'onore di curare la mostra.
Antwort auf Parole vere del Presidente von Sebastian Felderer
Werden in diesem Rahmen dann
Werden in diesem Rahmen dann auch die Umstände aufgearbeitet, unter denen der CAI nicht zufällig vor 100 Jahren nach Meran kam? Oder wird es eine reine Jubelveranstaltung?
Antwort auf Werden in diesem Rahmen dann von pérvasion
Se si vuole rinvangare nel
Se si vuole rinvangare nel passato, cito quanto deciso dell’assemblea annuale del Cai in corso a Biella in onore dei 150 anni della sezione locale.:
Con la caduta del regime il Club ritornò ai valori che ancora oggi lo contraddistinguono. La cancellazione del nome di Mussolini dall’albo dei soci onorari si inserisce processo di autocritica e di assunzione di responsabilità intrapreso dal Cai, coerentemente con i propri valori, che sono “incompatibili con ogni forma di regime totalitario”, come dichiarato ieri dal presidente Montani. Sempre all’interno di questo processo, il Club ha di recente portato alla riammissione dei soci ebrei espulsi in seguito alle leggi razziali per recuperarne ed onorarne la memoria. “La recuperata memoria sia ora affidata alle generazioni future. Questa non è sicuramente un’azione politica ma di coerenza”, conclude il presidente.
https://www.ildolomiti.it/cronaca/2023/il-cai-cancella-mussolini-dallal…
Trovo che la presa di posizione del presidente del CAI Alto Adige, su „overcrowding“ incentrato su alcuni „hotspot“ e sul fenomeno del „overtourism“, sia da incoraggiare senza rinvangare sempre il passato.
Che poi i soci del CAI a livello locale siano sempre meno, dipende da molti fattori, io li individuo anche per la specificità della composizione della comunità di lingua italiana di questa terra.
Chi era venuto a lavorare e vivere in questa terra, nel dopo guerra proveniva per la gran parte da territori montani: veneti, trentini, friulani, dall'Appennino che avevano un altro approccio con la montagna.
In valle d'Isarco dove vivo, noto che ad esempio con i grossi cantieri del BBT e nel manifatturiero o nel turismo, la provenienza è cambiata, incentrata soprattutto nelle regioni del sud, dove la cultura dell'andare in montagna non fa presa.
Antwort auf Se si vuole rinvangare nel von Alessandro Stenico
Non so se «rinvangare» sia la
Non so se «rinvangare» sia la parola giusta quando si parla di elaborazione critica del passato. Ad ogni modo io personalmente rinvangherei certamente meno se gli effetti e gli atteggiamenti di quel passato non perdurassero. Trovo molto bello che il CAI, già nel 2023, abbia deciso di radiare Mussolini dall'elenco dei soci onorari e di riammettere i soci ebrei. Forse prima o poi abdicheranno anche al Tolomei o restituiranno qualche rifugio frutto di ingiusta espropriazione, tanto per passare anche dalle (belle) parole ai fatti.
Antwort auf Non so se «rinvangare» sia la von pérvasion
Rivangare (nicht rinvangare)
Rivangare (nicht rinvangare) entspricht dem famosen "(lei net) rogeln".
Antwort auf Rivangare (nicht rinvangare) von Hartmuth Staffler
Laut Treccani sind beide
Laut Treccani sind beide Varianten zulässig: rivangare/rinvangare.
Antwort auf Laut Treccani sind beide von pérvasion
Sono concesse entrambe ma
Sono concesse entrambe ma rinvangare è più raro e ha una funzione rafforzativa. Nel senso che significa ancora di più "continuare a rivangare"
Parole senza dubbio
Parole senza dubbio condivisibili. Ormai però la situazione è ben nota. Mi sarebbe piaciuto leggere di più circa delle proposte e/o idee per "contenere" il turismo di massa. Sarebbe bello approfondire questo argomento.
Inserire il Sassolungo nel Patrimonio Unesco potrebbe non servire a molto visto quanto successo sul Passo Santner.
Ci siamo svenduti da tempo al
Ci siamo svenduti da tempo al turismo ed è più che urgente che la politica prenda in mano la situazione. La qualità di vita in questa regione sta scadendo di anno in anno. Le strade si sono trasformate in una Gardaland dei motociclisti (con il tacito consenso della politica) e le montagne sono ormai un formicaio. Quando passo accanto a rifugi con le sdraio nei prati e musica dance ad alto volume mi chiedo se sono a Rimini. E tutto questo sarebbe qualità di vita nella nostra terra??
Antwort auf Ci siamo svenduti da tempo al von Christian I
Strade come quelle del Rombo
Strade come quelle del Rombo e del Giovo si trasformano nel periodo estivo in circuiti per misurare le proprie abilità di guida, sentire il rombo del motore, non solo per le moto, ma da alcuni anni anche per le „supercar“ (vetture sportive che vengono costruite proprio all'insegna del lusso e dello sfarzo senza confini).
Ieri salendo verso il Timmelsjoch per una gita scialpinistica in primo mattino, prima che la strada venga aperta dal tratto nordtirolese, mi ha superato almeno tre volte volte una Porsche che si dilettava a salire e scendere per i tornanti ad una velocità più che spericolata. In tarda mattinata quando sono sceso la strada era oramai percorsa da un infinità di gruppi di motociclisti, oltre le supercar. Stesso fenomeno sul Giovo; sul Rombo transitano nel periodo estivo circa 141.000 utenti di cui ben pochi quelli che utilizzano questa strada per andare in montagna e fermarsi a pranzare in uno dei pochi locali aperti (Hochfirst chiuso, senza gestore), qualcuno alla Oberglaneggalm (più che altro qualche escursionista).
Con la buona stagione questi utenti si riverseranno anche sui passi dolomitici, sarà difficile contenere questi passaggi se non con una chiusura a fasce orarie di tutto il traffico. Chi va in montagna in genere parte di buon mattino, chi poi si dedica a qualche passeggiata ha la possibilità di usufruire gratuitamente (i turisti) dei servizi di bus.