Nell'aspro contrasto tra le correnti dell’irredentismo italiano e quelle del pangermanesimo, il racconto della vicenda che ha portato al monumento nella città diocesana.
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Al di là di qualsiasi interpretazione - non amo affatto che questi poeti vengano usati a scopi propagandistici - rimane il fatto che Dante conosceva realmente il territorio trentino e lo descrive molto chiaramente nella Divina Commedia. In sostanza questo sarebbe sufficiente a giustificare la sua presenza a Trento. Su Walter von der Vogelweide non c'è certezza in quanto nulla prova che sia nato in Alto Adige né mi risulta - forse sbaglio - che egli ne parli in qualche componimento. Su Carducci non mi esprimo in quanto mi sembra semplicemente che sia molto lontano da entrambe le realtà.
Dante hatte zwar immerhin eine Ahnung, dass sich da im Norden noch bewohnte Gebiete befanden, auch wenn er nur eine sehr vage Vorstellung davon hatte, aber das Trentino konnte er nicht kennen, weil es ein Gebiet dieses Namens zu DantessicZeiten noch gar nicht gegeben hat. Er spricht daher nur davon, dass sich dort oben Tirol befinde, womit er wohl das Gebiet nördlich von Borghetto gemeint hat. Walther von der Vogelweide hat hingegen den Traminer Wein gepriesen, den es auch damals schon gegeben hat. Ihm war Tirol also nicht fremd, wie es für Dante war.
Mi scusi sig. Staffler, conosco la Divina Commedia molto bene, e quindi i versi di Dante. Mi sembra di ricordare anche l'accenno al vino di Walter von der Vogelweide, non ricordo però lunghe descrizioni del territorio, nel caso mi corregga pure. Non ha alcuna importanza il nome "Trentino"perché le nostre questioni linguistiche ai tempi di Dante non erano un tema per fortuna. Dico solo che esiste un motivo per mettere Dante a Trento, come in moltissime altre città, che riguarda l'importanza di un poema conosciuto nel mondo. Questo senza nulla togliere a Walter von der Vogelweide, la sua poesia sul tiglio è una delle mie preferite. Mi risulta anche - ma qui non sono esperta, e i vini anche locali Lei sa risalgono anche agli antichi Romani- che il Traminer sia presente anche in Friuli e nel Carso oltre che nel Trentino. Non mi piace affatto, come dico, se poesie e poeti vengono utilizzati per altri scopi, come la recente vergognosa campagna, o altre in qualsiasi tempo e da qualsiasi parte provengano. Ripeto, non ho nulla contro Walter von der Vogelweide: mi sembra legittimo che a Trento ci sia una statua di Dante senza dover per forza polemizzare.
Ich habe nichts gegen die Dantestatue in Trient, ich bezweifle nur, dass Dante den südlichen Teil Tirols, der seit etwas mehr als 100 Jahren Trentino genannt wird, gekannt hat. Bezüglich Wein: Den haben nicht die Römer nach Tirol gebracht. Der "rätische" Wein war in Rom bereits bekannt und begehrt, bevor die Römer nach Tirol gekommen sind. Bei uns haben sie dann auch gelernt, dass man Wein in hölzernen Fässern aufbewahren und transportieren kann. Das hat sie sehr beeindruckt. Sie kannten ja nur die tönernen Amphoren, die praktisch Einweggebinde waren, und Ziegenschläuche. Da hat der Wein dann ein wenig "gebockelet".
Devo dire che la storia del vino è molto interessante e varia, non posso discutere su questo, mi piacerebbe approfondire. Recentemente insieme a una nota dantista abbiamo discusso sulla possibile presenza di Dante in Istria in base ad alcuni documenti, anche qui, difficile avere certezza. Certo, nel Medio Evo si viaggiava più di quanto si pensi , non c'erano nazioni, si comunicava in latino o altro e tutto è possibile.
"Qual è quella ruina che nel fianco
di qua da Trento l'Adice percosse,
o per tremoto o per sostegno manco,
che da cima del monte, onde si mosse,
al piano è sì la roccia discoscesa,
ch'alcuna via darebbe a chi sù fosse:
cotal di quel burrato era la scesa" (Inf. XII, 1-10)
Non sarò certo io a dire perché è importante Dante per la cultura italiana. Semmai mi permetto di rimarcare come l'abuso propagandistico che se n'è fatto in passato, e che se ne vorrebbe fare adesso da questa destra al potere, appartenga al passato. Siamo in piena era di globalizzazione e non esiste fede religiosa, dogma laico o ideologia alcuna che possa condizionare e indrottinare la massa. Quindi non serve abusare di Dante come usare Pino Insegno. Spero che sia ben chiaro anche ai politici e pseudo ideologi locali di qualsiasi etnia. Se c'è qualcuno che ancora ci crede, ed è naturale che vi sia, scomparirà con ineluttabilità del tempo.
Quello che invece, a mio rimane, sono i valori fondamentali per un esistenza etica e rispettosa di tutti gli essere viventi. Ed è per essi che dobbiamo batterci. Utilizzando come strumento il progresso!
Al di là di qualsiasi
Al di là di qualsiasi interpretazione - non amo affatto che questi poeti vengano usati a scopi propagandistici - rimane il fatto che Dante conosceva realmente il territorio trentino e lo descrive molto chiaramente nella Divina Commedia. In sostanza questo sarebbe sufficiente a giustificare la sua presenza a Trento. Su Walter von der Vogelweide non c'è certezza in quanto nulla prova che sia nato in Alto Adige né mi risulta - forse sbaglio - che egli ne parli in qualche componimento. Su Carducci non mi esprimo in quanto mi sembra semplicemente che sia molto lontano da entrambe le realtà.
Antwort auf Al di là di qualsiasi von Simonetta Lucchi
Dante hatte zwar immerhin
Dante hatte zwar immerhin eine Ahnung, dass sich da im Norden noch bewohnte Gebiete befanden, auch wenn er nur eine sehr vage Vorstellung davon hatte, aber das Trentino konnte er nicht kennen, weil es ein Gebiet dieses Namens zu DantessicZeiten noch gar nicht gegeben hat. Er spricht daher nur davon, dass sich dort oben Tirol befinde, womit er wohl das Gebiet nördlich von Borghetto gemeint hat. Walther von der Vogelweide hat hingegen den Traminer Wein gepriesen, den es auch damals schon gegeben hat. Ihm war Tirol also nicht fremd, wie es für Dante war.
Antwort auf Dante hatte zwar immerhin von Hartmuth Staffler
Mi scusi sig. Staffler,
Mi scusi sig. Staffler, conosco la Divina Commedia molto bene, e quindi i versi di Dante. Mi sembra di ricordare anche l'accenno al vino di Walter von der Vogelweide, non ricordo però lunghe descrizioni del territorio, nel caso mi corregga pure. Non ha alcuna importanza il nome "Trentino"perché le nostre questioni linguistiche ai tempi di Dante non erano un tema per fortuna. Dico solo che esiste un motivo per mettere Dante a Trento, come in moltissime altre città, che riguarda l'importanza di un poema conosciuto nel mondo. Questo senza nulla togliere a Walter von der Vogelweide, la sua poesia sul tiglio è una delle mie preferite. Mi risulta anche - ma qui non sono esperta, e i vini anche locali Lei sa risalgono anche agli antichi Romani- che il Traminer sia presente anche in Friuli e nel Carso oltre che nel Trentino. Non mi piace affatto, come dico, se poesie e poeti vengono utilizzati per altri scopi, come la recente vergognosa campagna, o altre in qualsiasi tempo e da qualsiasi parte provengano. Ripeto, non ho nulla contro Walter von der Vogelweide: mi sembra legittimo che a Trento ci sia una statua di Dante senza dover per forza polemizzare.
Antwort auf Mi scusi sig. Staffler, von Simonetta Lucchi
Ich habe nichts gegen die
Ich habe nichts gegen die Dantestatue in Trient, ich bezweifle nur, dass Dante den südlichen Teil Tirols, der seit etwas mehr als 100 Jahren Trentino genannt wird, gekannt hat. Bezüglich Wein: Den haben nicht die Römer nach Tirol gebracht. Der "rätische" Wein war in Rom bereits bekannt und begehrt, bevor die Römer nach Tirol gekommen sind. Bei uns haben sie dann auch gelernt, dass man Wein in hölzernen Fässern aufbewahren und transportieren kann. Das hat sie sehr beeindruckt. Sie kannten ja nur die tönernen Amphoren, die praktisch Einweggebinde waren, und Ziegenschläuche. Da hat der Wein dann ein wenig "gebockelet".
Antwort auf Ich habe nichts gegen die von Hartmuth Staffler
Devo dire che la storia del
Devo dire che la storia del vino è molto interessante e varia, non posso discutere su questo, mi piacerebbe approfondire. Recentemente insieme a una nota dantista abbiamo discusso sulla possibile presenza di Dante in Istria in base ad alcuni documenti, anche qui, difficile avere certezza. Certo, nel Medio Evo si viaggiava più di quanto si pensi , non c'erano nazioni, si comunicava in latino o altro e tutto è possibile.
Antwort auf Dante hatte zwar immerhin von Hartmuth Staffler
"Qual è quella ruina che nel
"Qual è quella ruina che nel fianco
di qua da Trento l'Adice percosse,
o per tremoto o per sostegno manco,
che da cima del monte, onde si mosse,
al piano è sì la roccia discoscesa,
ch'alcuna via darebbe a chi sù fosse:
cotal di quel burrato era la scesa" (Inf. XII, 1-10)
Si tratta dei Lavini di Marco, a sud di Rovereto.
Non sarò certo io a dire
Non sarò certo io a dire perché è importante Dante per la cultura italiana. Semmai mi permetto di rimarcare come l'abuso propagandistico che se n'è fatto in passato, e che se ne vorrebbe fare adesso da questa destra al potere, appartenga al passato. Siamo in piena era di globalizzazione e non esiste fede religiosa, dogma laico o ideologia alcuna che possa condizionare e indrottinare la massa. Quindi non serve abusare di Dante come usare Pino Insegno. Spero che sia ben chiaro anche ai politici e pseudo ideologi locali di qualsiasi etnia. Se c'è qualcuno che ancora ci crede, ed è naturale che vi sia, scomparirà con ineluttabilità del tempo.
Quello che invece, a mio rimane, sono i valori fondamentali per un esistenza etica e rispettosa di tutti gli essere viventi. Ed è per essi che dobbiamo batterci. Utilizzando come strumento il progresso!
Antwort auf Non sarò certo io a dire von Massimo Mollica
Sì sono d'accordo
Sì sono d'accordo