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A mio avviso uno dei fili salienti di questo bel film/documentario è la lotta (e la sofferenza che ne è derivata) con la quale Morricone ha modellato la sua arte sottraendola al giudizio (che anche lui implicitamente dava) dei cultori e artefici della "musica colta" (fondamentale la sua relazione con Petrassi, ad esempio). E quando poi anche i suoi colleghi (o perlomeno alcuni) hanno dovuto riconoscere che sì, questa distinzione tra arte nobile e arte commerciale è sostanzialmente una gran cavolata, quando lui ha avuto quel tardivo riconoscimento, ecco che in effetti i fazzoletti si sprecano.
A mio avviso uno dei fili
A mio avviso uno dei fili salienti di questo bel film/documentario è la lotta (e la sofferenza che ne è derivata) con la quale Morricone ha modellato la sua arte sottraendola al giudizio (che anche lui implicitamente dava) dei cultori e artefici della "musica colta" (fondamentale la sua relazione con Petrassi, ad esempio). E quando poi anche i suoi colleghi (o perlomeno alcuni) hanno dovuto riconoscere che sì, questa distinzione tra arte nobile e arte commerciale è sostanzialmente una gran cavolata, quando lui ha avuto quel tardivo riconoscimento, ecco che in effetti i fazzoletti si sprecano.