Lati positivi ed oscuri del PD. Che piaccia o no è il primo partito a Bolzano
All'ingresso della sede del PD di Piazza Domenicani potremmo mettere un busto al militante ignoto, quello o quella che ancora non conosciamo
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Palaia Renato Mer, 03/30/2016 - 19:03

Certo che Nadia Mazzardis non si smentisce mai. Questa creazione fantasiosa del "militante ignoto" è veramente il frutto di una mente creativa, che riesce a modellare la realtà, facendola apparire sempre positiva e accondiscendente nei confronti della sua parte politica. La sua è un'idea, sulla quale le si potrebbe suggerire di porre un brevetto, quanto è applicabile in maniera generalizzata da parte di qualsiasi formazione politica. La mancanza di una base, che ormai è il limite della partecipazione di cui soffre in maniera indifferenziata il sistema dei partiti, può essere compensata dalla rivendicazione di una militanza silenziosa, che, sia chiaro, non può essere messa in discussione, in quanto gli addetti ai lavori la percepiscono attraverso diversi segni rivelatori. Che i partiti non abbiano più strutture organizzative di base, ad esempio quelle giovanili, a causa della struttura verticistica che si sono dati, proprio per evitare il confronto con i cittadini, è un dato incontrovertibile, la caratteristica attuale dei partiti persona inaugurata con grande successo da Berlusconi. E' da questa impostazione che è nata la disaffezione dei cittadini rispetto alla politica e l'assenteismo elettorale sempre crescente. Usare in un contesto come questo la parola democrazia, mi sembra un abuso del tutto fuori luogo.

Mer, 03/30/2016 - 19:03 Collegamento permanente
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Nadia Mazzardis Mer, 03/30/2016 - 21:38

In risposta a di Palaia Renato

Caro Renato, il PD a differenza di altri partiti, movimenti o liste che nascono alla bisogna, si è dotato di strumenti democratici. Possiamo discutere su quanto essi siano ancora efficaci e al passo con i tempi, che vanno velocissimi, mentre le assemblee, i comitati e le delegazioni sono necessariamente più lenti, ma li abbiamo e li usiamo. I numeri che ho snocciolato sono reali e sono persone alcune già simpatizzanti del PD e altre assolutamente estranee che si sono avvicinate. Questa non è democrazia? Secondo me si. Siamo litigiosetti? E' possibile, ma questo è il guaio di essere un partito grande, chi si riunisce al mattino davanti allo specchio con il rasoio in mano, non litiga, non condivide, non discute, sentenzia e basta. Io ancora preferisco il PD ;-)

Mer, 03/30/2016 - 21:38 Collegamento permanente
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Palaia Renato Mer, 03/30/2016 - 22:53

In risposta a di Nadia Mazzardis

Pensare che non si possa fare politica, se non appartenendo ad un partito, soprattutto nel passaggio storico attuale, è di un'assurdità estrema e significa non avere compreso che la crisi della democrazia sta proprio nel ruolo dominante e verticistico dei partiti, nessuno escluso. C'è chi si impegna, litiga , condivide, dissente, per essendo del tutto indipendente da vincoli partitici, al di là di quanto tu, Nadia, possa pensare o insinuare. E' molto semplice liquidare un pensiero difforme dal proprio, come il frutto di un atteggiamento saccente e sentenzioso. E' un modo come un altro per eludere la concretezza dei problemi ed evitare il confronto. Io ancora preferisco avere una libertà di pensiero ed osservare la realtà senza filtro.

Mer, 03/30/2016 - 22:53 Collegamento permanente
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Massimo Mollica Gio, 03/31/2016 - 00:49

In risposta a di Palaia Renato

Mi scusi, ma asserire che " è di un'assurdità estrema" pensare di fare politica solo attraverso i partiti, senza poi specificare altri modo in effetti denota un atteggiamento un pochino saccente. Onestamente non mi vengono in mente altri metodi.
Che poi la politica e la classe partitica sia in crisi non c'è dubbio. Ed è vero che la crisi è nata con Belusconi e il suo qualunquismo/affarismo. Ma forse è solo il sintomo di una mancanza di analisi che ha trovato terreno fertile in una staticità cronica delle istituzioni. Tutto questo però non inficia sulla bontà del sistema. Non penso di essere tacciato di talebano se affermo che l' Alto Adige è una delle regioni più benestanti al mondo. E questo secondo lei a cosa è dovuto? Alla causalità?
Io ritengo grazie alla buona politica, al confronto, alla discussione. E risulto blasfemo se un pochino, solo in parte, di questa questa ricchezza la dobbiamo anche all'operato di quei partiti, le cui tradizioni ora si ritrovano nel partito democratico?
E qui torno alla sua posizione. Qual'è l'alternativa alla politica? Facebook e i commenti di chi sputa sentenze? Blog di analisi più o meno ponderate? E chi non ha internet non ha voce?
Pure io mi sforzo di avere una libertà di pensiero e vorrei osservare la realtà senza filtri. Però risulterei un asceta se con tutto ciò non provassi migliorare la nostra comunità, anche attraverso la politica. E pazienza se nel mio partito non valgo nulla, pazienza se, pur provando a confrontarmi con altre persone, prendo solo pesci in faccia, e vengo considerato con sufficienza. Io ci provo lo stesso, come si sono permesso di confrontarmi con lei, qui ora.

Gio, 03/31/2016 - 00:49 Collegamento permanente
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Palaia Renato Gio, 03/31/2016 - 10:18

In risposta a di Massimo Mollica

Mi sembra che da un lato lei si esprima contro il mio pensiero e dall'altro sostanzialmente lo condivida. In primo luogo da parte mia non è stato assolutamente negato il ruolo fondamentale della politica nel determinare le modalità di gestione del bene comune. Mi sembra di avere stigmatizzato il sistema attuale dei partiti, che hanno perso il rapporto con i cittadini, trasformando la politica in una questione riservata ad un elite di potere. D'altronde non possiamo chiudere gli occhi di fronte alla estrema mobilità delle formazioni politiche, che nascono e muoiono nel breve tempo e, in netto contrasto con l'idea del bipolarismo, che prevaleva qualche anno fa, stanno dividendosi in continue ramificazioni del tutto incapaci di catalizzare un consenso allargato degli elettori. Ci troviamo di fronte ad una sinistra senza più rappresentatività, una destra alquanto frantumata, ed un centro governativo che ha disatteso del tutto la tradizione storica del partito che lo esprime nella fase politica attuale. A capo di questa miriade di partitini ci sono persone che investono individualmente il loro vero o presunto carisma, non nascendo affatto da una base elettorale. L'assenteismo rispetto al voto è il segno evidente del distacco fra i cittadini e questo sistema politico. Se ne deve dedurre che il partito come struttura rappresentativa di un'idea di gestione della cosa pubblica deve necessariamente riprendere il contatto con i cittadini e darsi un'impostazione democratica, che si è persa progressivamente nel tempo. Se non esiste la democrazia alla base, non può esistere al vertice. Le liste civiche che spuntano in occasione delle tornate elettorali di ogni livello sono un'ulteriore dimostrazione di quanto sto sostenendo (saccentemente, come mi viene attribuito dai rappresentanti del PD bolzanino, che capisco non mi condividano, ma non che mi giudichino per un mio presunto atteggiamento morale).

E da quando non è possibile fare politica al di fuori dei partiti ? E' proprio indispensabile essere allineati e schierati per avere il diritto di esprimere un'opinione politica ? Chi non appartiene ad un partito è da considerarsi a priori un cittadino che non si mette in gioco, volendo godere di una posizione privilegiata ? E' questo il concetto di democrazia che viene sostenuto ? Ed una persona che abbia fatto la scelta di non impegnarsi in una formazione politica è da considerarsi un semplice sputa-sentenze, quando esprime le proprie opinioni ?

Riguardo all'Alto Adige ed alla gestione complessivamente positiva della politica della provincia, attribuire un rilevante merito ai partiti di lingua italiana, mi sembra eccessivo, anche se non nego ci sia stato in piccola misura, quando storicamente a tirare le fila della politica locale è stata essenzialmente la SVP. Nella mia esperienza di funzionario provinciale che doveva confrontarsi spesso con i membri della GP, non ho rilevato un sensibile condizionamento dei partiti italiani sulle scelte politiche. Ci si deve riferire naturalmente al regno di Durnwalder, che lasciava poco spazio alla democrazia sia fra i partiti di governo che all'interno del suo stesso partito. Da "sovrano illuminato" e decisionista ha garantito la crescita del nostro benessere, lasciando però ancora in sospeso la questione fondamentale dell'integrazione etnica.

Gio, 03/31/2016 - 10:18 Collegamento permanente