Duro sfogo dell’albergatore ladino Michil Costa contro la decisione di Trento e Bolzano di rinunciare alla chiusura dei passi dolomitici. “Sciocche idee in alternativa”.
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Anders als Herr Kofler finde ich, dass ein guter Hotelier erst dann gut ist wenn er verstanden hat was Tourismus ist! Mit Tourismus meine ich vor allem Qualitätstourismus bzw. Touristen die unser Land genießen wollen! Genießen kann man unsere Landschaft nur dann wenn man sie in aller Ruhe genießen kann, dazu gehören Motorradfahrer und Kurzurlauber schon lange nicht mehr (es geht vor allem um Lärm).
Die Vision von Herrn Costa ist zukunftsdenkend und hätte längst schon, zumindest zu gewissen Uhrzeiten, umgesetzt werden.
Ich hoffe, dass wir das bald begreifen und diese Idee nicht stirbt bevor es zu spät wird.
Condivido le conclusioni di Costa... temo però che alla base della scelta di riaprire al traffico non ci sia tanto l'ignoranza (cosa che aprirebbe a una qualche indulgenza verso chi ha preso la decisione)... quanto piuttosto il mero interesse economico di una parte, a scapito dell'interesse della comunità... Ritengo che sia giunta l'ora per cercare una soluzione condivisa anche con i passi dolomitici del Bellunese che soffrono esattamente gli stessi problemi... aver escluso a monte qualsiasi ragionamento condiviso con questo territorio (che giova ricordarlo ospita gran parte delle Dolomiti) è stato ed è un limite non trascurabile nella ricerca di una soluzione seria.
Innanzitutto tre considerazioni:
1. L'articolo palesa il solito disprezzo del Signor Costa nei confronti di tutti gli operatori turistici delle Dolomiti che non hanno un hotel extra-lusso con ristorante stellato annesso come lui ma semplici alberghi, pensioni, b&b, appartamenti, campeggi, rifugi, negozi, bar, ristoranti, ecc. e dunque una clientela completamente diversa dalla sua. Quindi quando parla del "bene effimero di pochi" ho paura che abbia confuso chi siano i "pochi".
2. Come scrive Tomas Kofler poco sopra, è assurdo e senza senso lamentarsi del traffico sui passi (che a confronto e in relazione al numero di turisti è anche relativamente poco) mentre si vanta una clientela sempre più internazionale e numerosa, che quindi arriva in aereo a Monaco, Venezia o Milano e poi attraversa in macchina le già flagellate dal traffico A22, Val Pusteria e Agordino.
3. La soluzione dell'anno scorso, un giorno alla settimana per poche ore, era in ogni caso la peggiore di tutte le possibili, con code chilometriche alle sbarre di chiusura con autisti germanici, americani, olandesi, ecc. indiavolati per la mancanza di informazione e lo spreco di una giornata di vacanza.
Infine, delle due l'una: o i passi si chiudono definitivamente e stabilmente, con tutti i vantaggi e gli svantaggi del caso, ma con la possibilità di comunicare la realtà ai turisti in modo adeguato e per tempo, o addirittura di promuovere la zona con la chiusura come punto di forza unico al mondo. Oppure si lasciano aperti normalmente senza limitazioni di alcun tipo come succede appunto nel resto del mondo. L'importante é finirla con esperimenti che non fanno altro che confondere gli ospiti e danneggiare i locali, senza peraltro portare a vantaggi tangibili di nessun tipo e per nessuno.
Tutto quanto detto da Costa può venire tranquillamente ribaltato: pensare unicamente al proprio tornaconto turistico-economico è indice di ristrettezza culturale; c'è un grande egoismo di fondo quando si rende prioritario l'interesse di pochi a scapito di quello di molti; si possono uccidere le libertà individuali per il profitto privato ?
E' soprattutto l'arroganza nel giudicare chi non si assoggetta al Costa-pensiero che purtroppo dispiace. Perchè non traspare nessuna "soavità e visione ampia" ma solo la strenua difesa del giocattolo di pochi che per diritto divino usufruiscono delle meraviglie che appartengono a tutti. Limitare l'accesso, chiudere, allontanare chi dà fastidio, segregare, creare riserve è esattamente il contrario di quanto dovrebbe fare uno spirito libertario quale Costa immagino vorrebbe essere.
Provare a toglierci la possibilità di girare per casa nostra per l'interesse di una corporazione, camuffandone perdipiù le motivazioni con nobili eco-intenti è pensare che tutti i frequentatori delle Dolomiti, Ladini e turisti, abbiano l'anello al naso.
Non ci faremo chiudere nelle riserve come gli Indiani.
Bolzano, Col, 01-06-2018
Anders als Herr Kofler finde
Anders als Herr Kofler finde ich, dass ein guter Hotelier erst dann gut ist wenn er verstanden hat was Tourismus ist! Mit Tourismus meine ich vor allem Qualitätstourismus bzw. Touristen die unser Land genießen wollen! Genießen kann man unsere Landschaft nur dann wenn man sie in aller Ruhe genießen kann, dazu gehören Motorradfahrer und Kurzurlauber schon lange nicht mehr (es geht vor allem um Lärm).
Die Vision von Herrn Costa ist zukunftsdenkend und hätte längst schon, zumindest zu gewissen Uhrzeiten, umgesetzt werden.
Ich hoffe, dass wir das bald begreifen und diese Idee nicht stirbt bevor es zu spät wird.
Condivido le conclusioni di
Condivido le conclusioni di Costa... temo però che alla base della scelta di riaprire al traffico non ci sia tanto l'ignoranza (cosa che aprirebbe a una qualche indulgenza verso chi ha preso la decisione)... quanto piuttosto il mero interesse economico di una parte, a scapito dell'interesse della comunità... Ritengo che sia giunta l'ora per cercare una soluzione condivisa anche con i passi dolomitici del Bellunese che soffrono esattamente gli stessi problemi... aver escluso a monte qualsiasi ragionamento condiviso con questo territorio (che giova ricordarlo ospita gran parte delle Dolomiti) è stato ed è un limite non trascurabile nella ricerca di una soluzione seria.
Innanzitutto tre
Innanzitutto tre considerazioni:
1. L'articolo palesa il solito disprezzo del Signor Costa nei confronti di tutti gli operatori turistici delle Dolomiti che non hanno un hotel extra-lusso con ristorante stellato annesso come lui ma semplici alberghi, pensioni, b&b, appartamenti, campeggi, rifugi, negozi, bar, ristoranti, ecc. e dunque una clientela completamente diversa dalla sua. Quindi quando parla del "bene effimero di pochi" ho paura che abbia confuso chi siano i "pochi".
2. Come scrive Tomas Kofler poco sopra, è assurdo e senza senso lamentarsi del traffico sui passi (che a confronto e in relazione al numero di turisti è anche relativamente poco) mentre si vanta una clientela sempre più internazionale e numerosa, che quindi arriva in aereo a Monaco, Venezia o Milano e poi attraversa in macchina le già flagellate dal traffico A22, Val Pusteria e Agordino.
3. La soluzione dell'anno scorso, un giorno alla settimana per poche ore, era in ogni caso la peggiore di tutte le possibili, con code chilometriche alle sbarre di chiusura con autisti germanici, americani, olandesi, ecc. indiavolati per la mancanza di informazione e lo spreco di una giornata di vacanza.
Infine, delle due l'una: o i passi si chiudono definitivamente e stabilmente, con tutti i vantaggi e gli svantaggi del caso, ma con la possibilità di comunicare la realtà ai turisti in modo adeguato e per tempo, o addirittura di promuovere la zona con la chiusura come punto di forza unico al mondo. Oppure si lasciano aperti normalmente senza limitazioni di alcun tipo come succede appunto nel resto del mondo. L'importante é finirla con esperimenti che non fanno altro che confondere gli ospiti e danneggiare i locali, senza peraltro portare a vantaggi tangibili di nessun tipo e per nessuno.
Tutto quanto detto da Costa
Tutto quanto detto da Costa può venire tranquillamente ribaltato: pensare unicamente al proprio tornaconto turistico-economico è indice di ristrettezza culturale; c'è un grande egoismo di fondo quando si rende prioritario l'interesse di pochi a scapito di quello di molti; si possono uccidere le libertà individuali per il profitto privato ?
E' soprattutto l'arroganza nel giudicare chi non si assoggetta al Costa-pensiero che purtroppo dispiace. Perchè non traspare nessuna "soavità e visione ampia" ma solo la strenua difesa del giocattolo di pochi che per diritto divino usufruiscono delle meraviglie che appartengono a tutti. Limitare l'accesso, chiudere, allontanare chi dà fastidio, segregare, creare riserve è esattamente il contrario di quanto dovrebbe fare uno spirito libertario quale Costa immagino vorrebbe essere.
Provare a toglierci la possibilità di girare per casa nostra per l'interesse di una corporazione, camuffandone perdipiù le motivazioni con nobili eco-intenti è pensare che tutti i frequentatori delle Dolomiti, Ladini e turisti, abbiano l'anello al naso.
Non ci faremo chiudere nelle riserve come gli Indiani.
Bolzano, Col, 01-06-2018