Una società democratica ha bisogno di eroi. Ma essi debbono avere fondamenta solide e la loro figura deve essere ampiamente riconosciuta. L'attuale dibattito su Giovanni Palatucci, salvatore di ebrei o collaboratore, riapre una riflessione su eroi e democrazia.
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Seguo con interesse questo dibattito; sono d'accordo con Gustavo Corni che e' troppo presto per portare la figura di Palatucci dalle stelle alle stalle; come e' descritto anche nell'articolo dell'Avvenire linkato sotto già negli anni passati parecchi storici e studiosi di varia estrazione etnica, politica e sociale si sono occupati della figura di Palatucci; le opere sono anche molte e ben documentate. In questa luce mi pare abbastanza inverosimile che dei documenti importanti non siano stati presi in giusta considerazione e/o siano state 'scoperte' proprio adesso. Come l'Autore andrei con cautela a voler cambiare in tre, tre, otto la visione della figura storica di Palatucci. Vista la storia e' probabile che la sua figura sia stata mitizzata troppo; anche in funzione di dare degli eroi alla repubblica appena nata; dubbi nutro per esempio sul effettivo numero dei salvati; ma passare da una 'sfoltitura' della figura storica a collaborazionista ne passa di strada. Non potrebbe essere cosi che agli occhi di Kappler doveva fare il perfetto e zelante collaboratore fascista mentre nella cameretta dietro l'ufficio falsificava timbri e carte per consentire a degli ebrei di scappare verso al Puglia? O che nello stesso corpo di Palatucci convivevano lo zelante collaboratore fascista e il giusto che aiutava gli ebrei a scappare? Fragen über Fragen. Penso che la realtà sia spesso più complessa della storiografia; specialmente in una terra multietnica e di confine come lo era Fiume; l'odierna Rijeka. Ragioni etniche, politiche e morali secondo me hanno convissuto nello stesso corpo; potrebbe essere questo una delle cause delle diverse opinioni oggi.
Debatte...
Seguo con interesse questo dibattito; sono d'accordo con Gustavo Corni che e' troppo presto per portare la figura di Palatucci dalle stelle alle stalle; come e' descritto anche nell'articolo dell'Avvenire linkato sotto già negli anni passati parecchi storici e studiosi di varia estrazione etnica, politica e sociale si sono occupati della figura di Palatucci; le opere sono anche molte e ben documentate. In questa luce mi pare abbastanza inverosimile che dei documenti importanti non siano stati presi in giusta considerazione e/o siano state 'scoperte' proprio adesso. Come l'Autore andrei con cautela a voler cambiare in tre, tre, otto la visione della figura storica di Palatucci. Vista la storia e' probabile che la sua figura sia stata mitizzata troppo; anche in funzione di dare degli eroi alla repubblica appena nata; dubbi nutro per esempio sul effettivo numero dei salvati; ma passare da una 'sfoltitura' della figura storica a collaborazionista ne passa di strada. Non potrebbe essere cosi che agli occhi di Kappler doveva fare il perfetto e zelante collaboratore fascista mentre nella cameretta dietro l'ufficio falsificava timbri e carte per consentire a degli ebrei di scappare verso al Puglia? O che nello stesso corpo di Palatucci convivevano lo zelante collaboratore fascista e il giusto che aiutava gli ebrei a scappare? Fragen über Fragen. Penso che la realtà sia spesso più complessa della storiografia; specialmente in una terra multietnica e di confine come lo era Fiume; l'odierna Rijeka. Ragioni etniche, politiche e morali secondo me hanno convissuto nello stesso corpo; potrebbe essere questo una delle cause delle diverse opinioni oggi.
http://www.repubblica.it/esteri/2013/06/21/news/lo_schindler_italiano_c…
http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/contro-palatucci-mancano-le-prove…