In preda ad un'adrenalina da turismo crediamo di dover intervenire ottimizzando il nostro ambiente, lasciando che passo dopo passo svanisca la magia dei luoghi.
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Che qualcuno dica finalmente qualcosa pubblicamente in merito all'"elefante nella stanza" rappresentato dal proliferare di stradoni forestali nei boschi della Val Badia (e non solo) è un bene. Purtroppo però i colpevoli non vengono nominati nemmeno di striscio. Anzi, viene additato un settore intero, che in realtà non ha né nome né faccia dato che in Val Badia ci vivono un po'tutti. E cioè il turismo, senz'altro colpevole di un'infinità di danni ambientali in questa valle e in provincia, ma che stavolta non c'entra proprio nulla. Tutte le strade nominate nell'articolo hanno un committente, un proprietario, uno o più utilizzatori e qualcuno che ha concesso il permesso. Nessuna di queste figure ha in questo caso un interesse o una motivazione turistica. Chiamiamo il mostro (o i mostri) con il loro vero nome: l'industria e la lobby intoccabile e innominabile dei contadini (perché in Alto Adige di industria e lobby si tratta) e quella ancora più nascosta del legname. Tutte le strade dell'articolo sono state costruite da contadini come strade di accesso ai boschi di proprietà per facilitare i lavori di taglio del legname. In alcuni casi le figure (del proprietario-contadino e del "boscaiolo") si sovrappongono, in altri casi no, ma in ogni caso sono figure precise e ben conosciute. Non mi sembra il caso di fare i nomi e cognomi ma chiunque viva in Val Badia li conosce e in ogni caso basta leggere i permessi per scoprirli.
Grazie per questa
Grazie per questa testimonianza. È davvero importante che certe situazioni (che sono numerose e sempre più invasive) vengano segnalate all’opinione pubblica. Che non si accorge di quello che sta succedendo ai nostri boschi. Cose che cerco da anni di segnalare, ahimè senza alcun seguito. Ma vedo che pian piano qualcosa si muove, c’è speranza...esistono strade migliori, basta percorrerle
https://www.salto.bz/it/article/23032018/e-il-momento-di-cambiare-strada
https://www.salto.bz/it/article/26082015/eco-populisti-si-della-domenica
Che qualcuno dica finalmente
Che qualcuno dica finalmente qualcosa pubblicamente in merito all'"elefante nella stanza" rappresentato dal proliferare di stradoni forestali nei boschi della Val Badia (e non solo) è un bene. Purtroppo però i colpevoli non vengono nominati nemmeno di striscio. Anzi, viene additato un settore intero, che in realtà non ha né nome né faccia dato che in Val Badia ci vivono un po'tutti. E cioè il turismo, senz'altro colpevole di un'infinità di danni ambientali in questa valle e in provincia, ma che stavolta non c'entra proprio nulla. Tutte le strade nominate nell'articolo hanno un committente, un proprietario, uno o più utilizzatori e qualcuno che ha concesso il permesso. Nessuna di queste figure ha in questo caso un interesse o una motivazione turistica. Chiamiamo il mostro (o i mostri) con il loro vero nome: l'industria e la lobby intoccabile e innominabile dei contadini (perché in Alto Adige di industria e lobby si tratta) e quella ancora più nascosta del legname. Tutte le strade dell'articolo sono state costruite da contadini come strade di accesso ai boschi di proprietà per facilitare i lavori di taglio del legname. In alcuni casi le figure (del proprietario-contadino e del "boscaiolo") si sovrappongono, in altri casi no, ma in ogni caso sono figure precise e ben conosciute. Non mi sembra il caso di fare i nomi e cognomi ma chiunque viva in Val Badia li conosce e in ogni caso basta leggere i permessi per scoprirli.