Lingue e cultura
Alcune riflessioni sul tema dell'insegnamento delle lingue nel sistema scolastico provinciale.
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Simonetta Lucchi Mi., 13.09.2023 - 14:46

Noi partiamo sempre dal presupposto che le scuole non abbiano soldi ma non è la verità. Anni fa soprattutto le scuole di questa provincia ne avevano parecchi. Se non si è voluto affrontare il problema è stata solo mancanza di volontà.
Torno a dire: noi potevamo essere a livello europeo un vero modello di inclusione e soprattutto nella didattica delle lingue.
Non siamo stati capaci, non vogliamo ancora adottare modelli più innovativi, e adesso i tempi diventano più difficili. L'unica cosa che rimane da cinquant'anni a questa parte sono le transenne.

Mi., 13.09.2023 - 14:46 Permalink
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Liliana Turri Sa., 16.09.2023 - 17:21

"Alla fine va finire che tra loro parlano tutti in italiano perché è la lingua più facile." Parlano tutti italiano perché in provincia esiste un'unica versione di questa lingua. Parlare tedesco con i compagni vorrebbe dire parlare dialetto, che non è la lingua che si parla in classe (almeno non lo dovrebbe essere!). Si impara e parla solo crescendo e vivendo all'interno di una comunità sudtirolese. Il noto linguista veneto Alberto Mioni sosteneva poi che non esiste una lingua più facile di un'altra.

Sa., 16.09.2023 - 17:21 Permalink
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Liliana Turri Sa., 16.09.2023 - 17:21

"Alla fine va finire che tra loro parlano tutti in italiano perché è la lingua più facile." Parlano tutti italiano perché in provincia esiste un'unica versione di questa lingua. Parlare tedesco con i compagni vorrebbe dire parlare dialetto, che non è la lingua che si parla in classe (almeno non lo dovrebbe essere!). Si impara e parla solo crescendo e vivendo all'interno di una comunità sudtirolese. Il noto linguista veneto Alberto Mioni sosteneva poi che non esiste una lingua più facile di un'altra.

Sa., 16.09.2023 - 17:21 Permalink
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Simonetta Lucchi Sa., 16.09.2023 - 17:50

Io penso che noi - anche se mi sembra sempre strano dire noi, essendo mia madre non italiana, né tedesca né ladina- noi, diciamo, parlanti italiani, siamo cresciuti totalmente inconsapevoli della nostra identità. Come dimostra il fatto che usiamo Heimat anziché "patria", e non si capisce perché. Patria non è certo una brutta parola, anche perché si richiama se vogliamo a un legame parentale (Pater) non di suolo (Heim). Ma abbiamo talmente interiorizzato il nostro "bisogno di adeguarci" da avere persino timore a usare le parole. Come sempre inizio l'anno scolastico con una lezione sulle origini della lingua italiana, e delle lingue nella nostra provincia. Nessuno sa quali fossero le lingue autoctone in Sudtirolo. Allora, dico solo, nel massimo rispetto di tutti, cerchiamo di avere anche rispetto per noi stessi e per la lingua che parliamo. Abbiamo imparato anche le altre. Quindi è giusto chiedere di vivere in un contesto civile dove tutte le culture - e i linguaggi - abbiano diritto di esistere.

Sa., 16.09.2023 - 17:50 Permalink
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Walter Donegà So., 17.09.2023 - 19:05

Antwort auf von Simonetta Lucchi

Il termine Heimat non ha una sua traduzione esatta. Può cercare di diverse fonti in rete e non. Heimat è qualcosa di diverso da patria che in tedesco si traduce come Vaterland. Patria e Heimat possono essere due luoghi diversi. Non deve considerare la mera etimologia ma il significato esteso.
Le consiglio questa lettura https://iris.univr.it/handle/11562/337831

So., 17.09.2023 - 19:05 Permalink
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△rtim post Sa., 16.09.2023 - 20:15

Die Sprache, die einigt, wäre demnach dann wohl eine eigene Südtiroler Plansprache, eine neues Esparanto.
Wenn ich es richtig verstehe, geht es aber darum in Südtirol ein einheitliches Schulsystem für Deutsche und Italienerinnen zu schaffen, in dem ein stark asymmetrischer Immersionsunterricht zur Anwendung gelangt: Ein Großteil der Fächer müsste auf Deutsch, einige wenige auf Italienisch unterrichtet werden, und zwar für alle.
Vgl.a: https://www.brennerbasisdemokratie.eu/?p=77373

Sa., 16.09.2023 - 20:15 Permalink
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Simonetta Lucchi So., 17.09.2023 - 17:04

Antwort auf von △rtim post

Anch'io non ho ben capito quale sistema bilingue si vorrebbe creare. Io sarei d'accordo per principio, ma un tale sistema andrebbe spiegato nel dettaglio. Non ha senso che più materie venissero insegnate in tedesco e meno in italiano ( ma chi l'ha proposto ?) ma, quali in tedesco e quali in italiano? Tenendo conto della carenza di insegnanti che parlano tedesco, ma, soprattutto, che dovrebbero parlare un tedesco assolutamente corretto e sempre, in ogni momento, a scuola? Lo stesso vale per l'italiano ovviamente. Perché in ogni disciplina bisogna valutare l'aspetto espressivo/linguistico, non solo in Italiano e Tedesco.
E quali requisiti chiediamo ai docenti, ai bidelli, ai segretari? E i dirigenti scolastici, gli ispettori, gli intendenti, quale gruppo linguistico di appartenenza devono dichiarare? Non è per niente facile creare una scuola bilingue, soprattutto nel nostro territorio.

So., 17.09.2023 - 17:04 Permalink
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Simonetta Lucchi So., 17.09.2023 - 19:33

Antwort auf von Walter Donegà

Sig. Donega', sono di ruolo nella scuola ladina dal lontano 1998, ho fatto esami e concorsi in queste scuole e in quelle italiane, penso una ventina se non più. Il modello ladino, così com' è al momento, sarebbe semplicemente impossibile da applicare a tutto il territorio. Se vogliamo un sistema paritetico, e va bene, andrebbe pensato molto attentamente e nel dettaglio.
Poi Le dico che non abbiamo tutto doppio, abbiamo tutto triplo, e da decenni, con relative spese.
Ma proprio per questo occorre valutare molto bene la scuola che vogliamo, e, mi creda, il problema delle risorse è quasi secondario.

So., 17.09.2023 - 19:33 Permalink
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Liliana Turri So., 17.09.2023 - 19:38

Antwort auf von Walter Donegà

Una scuola unica per tutti con insegnamento bilingue più lingua straniera, non avrebbe possibilità di consenso. C'è una parte di popolazione che non accetterebbe mai quella che con disprezzo chiama la "Mischkultur". L'articolo 19 dello statuto del resto credo non sia modificabile. Chiedere invece, come hanno fatto i Verdi, un terzo percorso formativo bilingue su richiesta di un sufficientemente consistente numero di genitori, è la via da percorrere.

So., 17.09.2023 - 19:38 Permalink
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Walter Donegà Mo., 18.09.2023 - 08:33

Antwort auf von Liliana Turri

Non dico che la strada sia facile. Dico che è necessario creare un nuovo percorso. Non ho la soluzione in tasca, ci mancherebbe. Serve un tavolo condiviso e trasversale che punti a trovare delle proposte finalizzate alle esigenze pedagogiche moderne. Rimanere attaccati ad un percorso anacronistico non è comunque la soluzione.

Mo., 18.09.2023 - 08:33 Permalink
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Simonetta Lucchi Di., 19.09.2023 - 09:50

Antwort auf von Walter Donegà

Non è quello il problema, Sig. Donega', è che queste stesse cose le dicevamo nel 1979. Stessi discorsi, con Alexander Langer, al Monopolio tabacchi, nelle infinite riunioni scolastiche, sulla stampa, al consiglio comunale, nei cortei, nei volantini Chi lo ha vissuto e ha vissuto il resto dei suoi anni a portare nella scuola ogni tipo di percorso bilingue e plurilingue penso sia comprensibile che non possa pensare che queste siano novità o vie risolutive. E a chi consiglia un modello scolastico come vincente consiglio vivamente di provarlo prima di persona,

Di., 19.09.2023 - 09:50 Permalink
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Liliana Turri So., 17.09.2023 - 19:26

Antwort auf von Simonetta Lucchi

Il sistema di base dovrebbe essere quello della scuola ladina, penso. E comunque non per tutti, ma solo per i genitori che lo richiedono. Rimarrebbero anche gli altri due sistemi scolastici esistenti, quelli, diciamo così, monolingue. Nessuno viene privato dell'insegnamento nella sua lingua. Questa è più o meno la proposta presentata più volte dai Verdi in consiglio provinciale. Si può leggere la relativa mozione sul sito della provincia. Quale lingua verrà usata nelle diverse discipline potrà essere definito, insieme ad altri dettagli, una volta approvata la mozione, suppongo. Mi pare esistano esperti all'interno dell'EURAC che potrebbero diventare membri di commissione, ci sono anche esempi di scuole bi- plurilingue europee che potranno essere un esempio con i dovuti adattamenti. Se viene approvata la mozione credo che i mezzi si possano trovare. Mi sembra sia stato scritto in un precedente commento che i mezzi per la scuola non è vero che manchino.

So., 17.09.2023 - 19:26 Permalink
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Simonetta Lucchi So., 17.09.2023 - 19:56

Antwort auf von Liliana Turri

Veramente troppo, troppo generica la proposta Liliana, questa mia opinione l'ho già espressa più volte.. E mi dispiace perché io sulla scuola bilingue insisto da quarant'anni. A questo punto sarebbe meglio , e rimane la mia ferma opinione, una Scuola Europea o una International School, che hanno dei riferimenti normativi ben precisi e sperimentati a livello internazionale. A mio avviso i tempi sarebbero maturi per queste esperienze, tenendo anche conto che progetti, percorsi , scuole bilingui li abbiamo in vari modi da quarant'anni.

So., 17.09.2023 - 19:56 Permalink
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Evelin Grenier Mo., 18.09.2023 - 12:05

Un'altra cosa a cui nessuno sembra porre attenzione è che la scuola tedesca oggi è preferita da molte famiglie italofone (dove includo anche gli stranieri che usano l'italiano per comunicare) anche per il suo approccio didattico molto diverso da quello della scuola italiana.

Mo., 18.09.2023 - 12:05 Permalink