La progressione è davvero incredibile: nel giro di dieci anni, tra il 2015 e il 2025, nella scuola in lingua italiana dell' Alto Adige il numero di bimbi e ragazzi con certificazioni dovute a disabilità o bisogni educativi speciali è raddoppiato, passando da 1.693 a 3.416, e cioè, in numeri assoluti, la metà di quanti ne ha la scuola in lingua tedesca (7.028 nel 2023) che ha però tre volte gli studenti di quella italiana.
Scorrendo il documento con i numeri, se ci si immagina contemporaneamente cosa questo significhi per le storie personali di tutti quegli studenti e per le loro famiglie in termini di ansie, fatiche, dolori, ma anche di gioie, miglioramenti e conseguimento di obiettivi, non si può che rimanere senza fiato. Senza contare, poi, lo sforzo davvero gigantesco messo in campo dalle istituzioni scolastiche per fare fronte a questa impennata di casi davvero impressionante, sulle cui ragioni proveremo ad indagare in un secondo articolo.
Ora, intanto, va fotografato il fenomeno, che è senza dubbio una delle sfide maggiori per un sistema scolastico come quello italiano che, pur tra mille difetti, ha il grande merito di essere improntato all’inclusività. Caratteristica, questa, che di questi tempi non è per nulla scontata. Basti pensare, per fare un esempio, alla “cultura” delle classi speciali in vigore da sempre nella civilissima Germania.
Qualche dato: nelle scuole italiane dell'Alto Adige, dunque, nel 2015 erano iscritti 18.742 bambini e ragazzi. I ragazzi con “certificazioni” (diagnosi funzionali e certificazioni psicologiche) erano 1.693, pari al 9,03% del totale. Nell’anno scolastico che si conclude oggi, su 20.480 iscritti gli alunni con certificazioni erano 3.416, pari a 16,57%. L'aumento è stato quindi del 101,77%. Questa la tabella.
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